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lunedì 7 maggio 2012

LE FASI DELLA LAVORAZIONE I

L'estrazione della pietra, un tempo, era costruita da diverse fasi ed il ricavare un blocco della cava poteva necessitare anche di più giorni di lavoro. Alcune di queste fasi erano fondamentali, mentre altre facoltative.
Col passare del tempo, la lavorazione subì dei cambiamenti, in particolare nel secolo dopoguerra quando iniziò a diffondersi la pietra da "mosaico"; questa veniva infatti ottenuta con una lavorazione diversa dalle tipiche "lose" essendo di dimensione minore.
Una cava, prima di essere soggetta a lavorazioni, doveva essere scoperta dalla terra e dalle pietre che si trovavano su di essa; questo costituiva il primo fondamentale lavoro da compiere.
Nel "descariè la gava"(scaricare/scoprire la cava), operazione che poteva durare anche alcuni mesi, il lavoro era principalmente manuale, ma in alcuni casi veniva anche usata l'acqua, creando appositi incanalamenti con vasche di riserva. Nella fase manuale, i cavatori si servivano solamente di mine, pale e palanchini, procedevano un po alla volta fino ad arrivare sulla così detta "pera bunna"(pietra buona), apportando il materiale di scarto tramite carretti, che potevano essere di diverso tipo.
Sulle cave bagnolesi, durante la pulizia della cava era molto diffuso l'uso dei seguenti tipi di carretti:

  • "la galiola": carriola a due ruote, trainata manualmente mediante due stanghe; veniva utilizzata soprattutto per la rimozione di materiale di scarto di piccola dimensione,
  • " 'l chèr mes mat": carriola particolare, dotata di due ruote, messe a bilanciere con due pali di castagno  di un timone per montarvelo. Aveva una portata decisamente maggiore della "galiola".
  • " 'l chèr mat": carro normale con quattro ruote e dotato di un timone anteriore, per consentirne la guida. Generalmente veniva condotto da due persone, che lo spingevano facendo leva con i pali sulle ruote le quali per poter viaggiare dovevano muoversi su guide o rotaie, costituite da lastroni di pietra, appositamente sistemante. Era il più usato viste e dimensioni e la portata elevata; molte volte serviva anche nel trasporto di lastroni di prodotto finito.   
I suddetti mezzi venivano anche utilizzati nel caso si impiego dell'acqua; in questa fase, dopo aver cercato una vasca di riserva a monte del giacimento, al momento opportuno veniva aperto il così detto "argurch" e l'acqua veniva fatta scendere a di colpo e a gran velocità, in modo che ammucchiasse il materiale indesiderato.
Le pietre e la terra di scarto venivano poi condotte, in entrambi i casi, tramite i "vagunot su rutaie"(vagoncini su rotaie) nelle discariche che erano luoghi prestabiliti in cui i cavatori conducevano il loro materiale.

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