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mercoledì 9 gennaio 2013

Piazza Castello perde i pezzi: la pavimentazione in pietra è ormai una groviera „Piazza Castello perde i pezzi: la pavimentazione è ormai una groviera“


Piazza Castello perde i pezzi: la pavimentazione in pietra è ormai una groviera La piazza-simbolo di Torino, riqualificata solo una dozzina di anni fa, è tutta da rifare: la pavimentazione è semidistrutta, e i lavori in corso sono eterni.“

Piazza Castello perde i pezzi: la pavimentazione in pietra è ormai una groviera
„Piazza Castello sta perdendo i pezzi. Il lastricato della piazza più importante di Torino è infatti ridotto ad una specie groviera: le eleganti lose collocate dopo la riqualificazione del 2000 nel giro di una decade necessitano già di una seria manutenzione. Rovinate, spezzate, talvolta completamente in frantumi: e, laddove la manutenzione è già arrivata, ha peggiorato la situazione. Perché al posto del bel basamento in pietra, si è pensato di risolvere il problema con una rapida colata d'asfalto.“
Piazza Castello perde i pezzi: la pavimentazione in pietra è ormai una groviera
Il risultato è che adesso piazza Castello assomiglia a una grande scacchiera, nella quale il grigio della pietra di Luserna si accosta al nero asfalto; un connubio certamente poco dispendioso, ma del tutto antiestetico: per avere un quadro d'insieme della situazione basta guardare piazza Castello dai finestroni di palazzo Madama. E lì iniziare a contare quante lose sono sparite, "mangiate" dal catrame.
E passi il periodo di crisi; ma si tratta della piazza-simbolo di Torino, cuore pulsante della città. E sembra incredibile non solo che venga trattata in questo modo, ma che per ogni riparazione (effettuata sempre con la solita colata provvidenziale) si debbano attendere mesi. Come per l'oggetto non meglio identificato che sbuca dalla pavimentazione nei pressi della fermata del tram: cintato da transenne, non viene riparato almeno da questa primavera. Caso analogo per un tombino rotto, all'angolo con via Garibaldi, la cui riparazione è limitata, da tempo, ad un cavalletto bianco e rosso.
I soldi sono pochi, e piazza Castello non è certamente l'unico luogo di Torino che ha bisogno di una decisa rimessa a posto. Ma è nell'attenzione al dettaglio che si dimostra non solo il buon gusto, ma anche il riguardo verso quanti vengono nella nostra città per ammirare le sue opere d'arte. E si tratta, in definitiva, anche di un rispetto verso noi stessi: vivere in una città decorosa e bella appaga sia l'occhio che lo spirito.

lunedì 7 gennaio 2013

Palas Cerequio, oasi antica e di design fra le vigne di Barolo

In una borgata del '700 immersa nelle colline piemontesi, nove suite di gusto contemporaneo ispirate alle bottiglie di Michele Chiarlo. Vigneti a perdita d'occhio, l'antica borgata Cerequio del ‘700 ristrutturata con grande sapienza, con nove suite con area benessere privata , ognuna dedicata a un cru di Barolo, piscina esterna e un caveau da 6mila bottiglie di Barolo con enoteca e sala degustazione: questo è in estrema sintesi il Palas Cerequio a La Morra (Cn), nel cuore della zona del Barolo. Il lussuoso relais creato da Michele Chiarlo, produttore di eccellenza di questo illustre vino e non solo, declina con armonia passato e futuro. Nel palazzo padronale sono state ricavate quattro suite con zona giorno, zona notte, area wellness con bagno turco e servizi che richiamano il passato con lo stile barocco piemontese. Gli altri due fabbricati ospitano il futuro: cinque unità abitative in stile minimalista impreziosite da pezzi di design, integrate al territorio attraverso i materiali utilizzati, la Pietra di Luserna per i pavimenti e pali di vigna piantati nel pavimento a ricordare che qui tutto ruota intorno al vino. Alta tecnologia nella zona wellness con sauna, bagno turco, doccia a pioggia, grande vasca idromassaggio abbinata a immagini in loop proiettate sulle pareti e cromoterapia. Arte in ogni location con opere di Giancarlo Ferraris e design contemporaneo sparso ovunque. Per chi ama la musica, mini iPod in ogni suite. Il legame al territorio non tralascia l'aspetto culinario: sono 18 i ristoranti convenzionati, tra stellati Michelin e osterie di tradizione. Su richiesta sono organizzate degustazioni verticali di Barolo dei migliori produttori, con un tocco di classe: le bottiglie vengono stappate con cavatappi storici provenienti dal Museo del Cavatappi della cittadina di Barolo. E fra i numerosi servizi su richiesta, campo da golf e giro in mongolfiera.

venerdì 4 gennaio 2013

Emilia Romagna. Ravenna e il nuovo progetto di piazza Kennedy. Possibili alcune modifiche.


PIAZZA KENNEDY &  PROGETTO DEFINITIVO. La Giunta comunale ha approvato  il progetto definitivo per la riqualificazione di piazza Kennedy. Rispetto al preliminare, presentato nell’aprile scorso, la nuova versione – condivisa dal sindaco e dagli assessori, ad eccezione del vicesindaco Giannantonio Mingozzi che si è astenuto nel corso della votazione – recepisce alcuni degli spunti emersi dal dibattito che ha suscitato il progetto preliminare redatto dagli uffici tecnici e dall’architetto Pierluigi Cervellati per conto della Fondazione Banca del Monte di Bologna e Ravenna. Sarà infatti la stessa Fondazione a sostenere le spese delle opere che ammontano a oltre un milione di euro.
LE NOVITA’ NELLA VERSIONE INTERMEDIA. Le novità introdotte da questa versione intermedia della progettazione, che vedrà il suo compimento con il progetto esecutivo, “migliorano la qualità della fruizione della piazza – afferma l’assessore ai lavori pubblici Andrea Corsini – in linea con l’obiettivo di creare le condizioni affinché divenga un grande centro di socializzazione ”.
“Con l’approvazione del progetto definitivo abbiamo compiuto un altro passo avanti nella riconversione di questo luogo storico e la sua dimensione futura, anche grazie ai contributi offerti dai cittadini e dalle associazioni di categoria – commenta l’assessore Corsini -. Ci sono ancora margini di miglioramento che andranno a confluire nel progetto esecutivo che andremo a predisporre nei prossimi mesi. Intanto stiamo lavorando con impegno a diverse soluzioni per fare sì che, contestualmente alla chiusura di piazza Kennedy, l’offerta di di spazi per sosta in città presenti un saldo positivo rispetto ad oggi. Questa sarà la condizione in base alla quale daremo il via alla fase esecutiva e attuativa delle opere previste dal progetto di riqualificazione”.
Le novità del definitivo
Nel nuovo disegno della piazza, viene abbassato dai 180 ad un’altezza variabile dai 40 ai 60 centimetri a seconda delle posizioni, il muro ideato per rievocare quello antico di cinta delle proprietà Rasponi, in corrispondenza dell’angolo fra l’antica via di Sant’Agnese (da via D’Azeglio a via Mafalda di Savoia di fianco al Palazzo Rasponi dalle Teste) per diventare una seduta lungo il fronte del palazzo.
Tale orientamento è legato alla volontà di riportare alla quota originaria la ex via S.Agnese, creando un dislivello di 40 centimetri di profondità rispetto allo stato attuale. Vi si potrà accedere mediante rampe sia da via D’Azeglio che dall’incrocio tra via Mafalda di Savoia e via IX Febbraio, che dal centro della piazza.
Nel nuovo progetto sono anche definiti i caratteri delle infrastrutture che dovranno garantire allacciamenti alle utenze per i mercati e per gli spettacoli previsti nelle due aree dedicate, per rispettive capienze di 410 e 180 spettatori. Il progetto illuminotecnico nell’attuale fase definitiva è stato sviluppato in funzione delle varie zone, mantenendo sostanzialmente invariate le previsioni del preliminare per i percorsi pedonali laterali, con illuminazione decorativa di dettaglio; per l’area verde, la viabilità nel tratto di via D’Azeglio, via Rasponi e le strade antistanti il Palazzo Rasponi, e l’ ex palazzo del Mutilato.
Vengono confermati: i materiali per la pavimentazione, pietra di Luserna e porfido; i portali bianchi posizionati di fronte a via D’Azeglio e via Rasponi in memoria dei resti di edifici demoliti nel 1938; i padiglioni per l’edicola e per attività di vendita, street food; rimangono invariate anche le aree verdi sulla piazza nel solco del giardino e dell’orto appartenuti ai conti Rasponi così come la prevista ricollocazione delle tre colonne provenienti dalla chiesa di S.Agnese sul fronte palazzo del mutilato, così come presentati nel preliminare.