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lunedì 23 aprile 2012

La Nascita della Comunità

Bagnolo P.Te e Barge sono due comuni della regione Piemonte, al confine tra la provincia di Cuneo, nella quale sono ricompresi amministrativamente, e quella di Torino, alla quale sono legati profondamente dall'economia e dalla cultura. Due piccoli centri, il secondo dei quali e poco più importante del primo , per abitanti e territorio. La profonda interazione tra loro, ci obbliga, entro certi limiti, a trattarne quasi come fossero una cosa sola. Pur distando appena 4 chilometri l'uno dall'altro, tuttavia, entrambi presentano peculiarità tali da differenziarli, ma si tratta spesso di sfumature, che non vengono colte dal forestiero.
 Barge, anche se risentì sempre del fatto di non essere una cittadina situata allo sbocco di una vera vallata, ma solo di valloni minori e di essere tagliata fuori sia della Valle Po, che da quella del Pellice, riuscì, tuttavia, a sviluppare un agglomeramento storico di una certa importanza. Bagnolo, invece, nel periodo accedente il secolo XX, non era che un gruppo di borgate, che si trovano tutte, in epoca feudale, sotto la giurisdizione della casata comitale dei Malingri. Proprio il feudalesimo marcò la differenza tra le due località confinanti. Infatti, Barge perdette il proprio consortile signorile già nel XV secolo e ciò avvenne a tutto vantaggio delle formazioni di forti strutture comunali. La cittadina, caduta definitivamente in mani sabaude nel 1363, dopo un periodo di aspre contese tra conti di Savoia e marchesi di Saluzzo, casate che furono entrambe titolari di una quota feudale, venne trasformata dai Savoia-Acaia, prima, e dal ramo cadetto sabaudo, poi, in un'importante piazzaforte strategica, che fu vera e propria "spina nel fianco" per il rivale marchesato. Anche se un rapporto feudale continuò ad essere ancora per secoli, esso fu più che altro di natura economica, riducendosi a decime e donativi a favore dei Savoia (anzi, per meglio specificare, a partire dal XVII secolo, "a favore dei Savoia-Carignano", infeudati dal ramo principale). Già nel XVI secolo, venne creato un mito circa la "fedeltà ad oltranza" di Barge verso il casato sabaudo: "Barge may e stata stancha / di servir la Croce Biancha / sempre may è stata francha / e tutta sua possanza a servire li vuol dare", così scriveva proprio in quel era il poeta Giacomello da Chieri, detto il "Ghinghelinghino", nella propria opera poetica "El Piemonte è 'l primo fiore".
stemma di Bagnolo
 Invece, per Bagnolo, le cose stavano in modo diverso: il potere del conte Malingri di Bagnolo, feudatario minore, invalso a seguito della caduta del consortile nobile primitivo, vi rimase quasi indiscusso fino alla Rivoluzione Francese. E' vero che, anche qui, esistette una "Comunità" fin dal XIII secolo, ma questa era una specie di "condominio" tra il nobile feudatario e i villani liberi (quasi tutti dediti all'agricoltura e alla pastorizia): il primo soggetto, insomma, poteva avere anche peso nella vita amministrativa della comunità, in quanto "membro nato" del Consiglio, mentre i libero potevano essere dei soggetti passivi nelle vicende feudali. Quanto alla politica attuata dai Savoia verso il territorio Bagnolese, bisogna ricordare che essi trattarono, fin dai tempi del Principe d'Acaia, di costruire una "villa nova" più a valle, rispetto alle borgate principali preesistenti (Villar, Villaretto, Olmetto, eccetera), sul luogo dove, nel XV secolo, era sorto il Monastero di San Pietro in Vincoli. Ma la gente accolse la proposta con diffidenza ed attese il XVII secolo per dare una svolta a questo movimento, che si completò solo nel secolo attuale. E non ebbe torto, in quanto San Pietro, pur trovandosi in posizione salubre, era pressochè indifendibile, visto che non esistevano nè corsi d'acqua, nè ripari naturali: ecco perchè, mentre migliaia di persone si accalcavano già entro il perimetro cittadino bargese, cinto da due forti muraglie e da un buon fossato e difeso da due castelli, la popolazione bagnolese attese che lo Stato centrale avesse garantito una sufficiente sicurezza interna, con la costruzione delle grandi fortezze alpine di frontiera, per scendere a valle. Nell'epoca medioevale, paradossalmente, conveniva maggiormente risiedere in un luogo umido, come Barge, o in uno isolato, come Villar Bagnolo, che non in una zona salubre, qual'era quella di San Pietro.
castello di Bagnolo P.te
Le due Comunità furono etnicamente omogenee? Difficile dirlo, ma proprio il maggior isolamento delle borgate di Bagnolo portò quella gente a contrarre più frequentemente matrimoni sempre nella medesima cerchia. Anche per Bagnolo, comunque, resta difficile credere che il nucleo iniziale fosse stato omogeneo, sia perchè stabilire la data d'inizio delle borgate è praticamente impossibile, sia anche perchè il meticciato fu sempre un fenomeno costante, specialmente nella penisola italian, abitata da tempi remoti e continuamente percorsa da conquistatori, che, spesso, erano tribù federate, ma di provenienza assai differente.
 A Barge, la mescolanza tra famiglie di diversa origine fu frequente fin da tempi antichi e solo alcune borgate (Gabiola, Ripoira) si dimostrano più conservatrici. Quando il centro venne distrutto. nel 1363, vi perirono un centinaio di uomini del luogo ed esso venne ripopolato da gente proveniente dalle terre dei Savoia (probabilmente, quegli stessi Chieresi e Moncalieresi incaricati delle ricostruzioni delle mura, da loro, prima, atterrate). nel '500/'600, vi si alternarono guarnigioni al soldo della Francia, ma composte in massima parte da Marchigiano-Romagnoli e soldatesche al soldo della Spagna, nelle quali militavano Sardi, Corsi e Napoletani (in senso lato): centinaia di uomini (il solo "castelnovo" ne ospitava 300), per lunghi anni... Si aggiungono a ciò le scorribande di veri e propri Tedeschi e Francesi e occasionali comparse di condottieri albanesi o catalani o inglesi, mandati dalle più varie potenze europee con la inevitabile scia di violenze e stupri. Nel XVII sec le montagne del Bargese furono luogo di rifugio per gli abitanti delle pianure cavuoresi, la maggior parte di essi non ritornarono mai alle loro case tanto che, l'ormai vuota Cavour fu ripopolata con l'induzione di famiglie monergalesi. Detto ciò parlare di etnie può risultare molto difficile, anche se molti cognomi attualmente esistenti si possono riscontrare anche in documenti datati XII/XIII non può considerarsi un dato attendibile: i cognomi non sono cromosomi.

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